venerdì 12 febbraio 2016

PRODOTTI DA SUPERMERCATO (quello che mi piace trovare sugli scaffali)


Sarò sincera: sono contenta di come si stanno “evolvendo” certi scaffali del supermercato sotto casa, soprattutto perché personalmente staziono quasi esclusivamente nel reparto orto-frutta e tutto il resto è (quasi totalmente) noia.

Certo, posso facilmente immaginare che un qualsiasi produttore medio, con velleità espansionistiche, attui strategie di marketing più con la mano sul pallottoliere, che sulla propria coscienza umano-ambientale, ma se il risultato è quello di ottenere la risposta alla domanda di chi vorrebbe prodotti già pronti più sani, intelligenti e/o più eco-sostenibili senza dover andare in negozi (boutique!) specializzati o comprare per forza on-line, mi sembra un passo avanti.
I miei soldini a questi produttori italiani li consegno più volentieri.

E quindi grazie a chi apre nuove possibilità così:





GERMOGLI FRESCHI – Produttore L’Insalata dell’orto Natural Greens


Trovati nel reparto verdura dell’Esselunga – prezzo € 1.78 la vaschetta.
Altro che i soliti tristi germogli di soia! Ce ne sono di diversi tipi, anche in variante “mix” (io prediligo quelli di Alfa-Alfa).
Fare i germogli in casa è facile, veloce, e dà soddisfazione, ma confesso che quando li ho visti mi sono quasi messa a saltellare. Di certo ho squittito, agguantandoli come Scrat con la ghianda.

DENTAMENTIN DENTIFRICIO ECO BIO – Produttore GS Converting

Trovato al SuperDì – prezzo € 1.99 al pezzo
Non contiene coloranti, SLES, SLS, PEG, Parabeni, Sodium fluoride.
Certificato ICEA Eco Bio Cosmesi.
Provate entrambe le versioni (Liquirizia & Mentolo e all’Estratto di Bacche di Goji): in casa non siamo d’accordo su quale sia il migliore, a me piacciono molto entrambi.

STRACHICCO “Formaggio vegetale” a base di riso integrale germogliato - Produttore Verys
Trovato nel banco frigo da Unes e da Il Gigante – prezzo € 3.90
Io non sono mai stata amante dei formaggi, quindi non posso sentirne la mancanza, ma alla dolce metà sì e, anche se provare ad auto-produrli è divertente, questo è comunque molto piacevole: morbido, spalmabile, gusto delicato e “tondo”.
Ovviamente non lo metto in “fascia economica”, ma è uno sfizio che ogni tanto ci piace concederci (Wasa Fibre + Strachicco + Germogli? Buonissimi!).
Della stessa linea ho addocchiato la “mozzarella” Chicca e il “formaggio con alghe Verde di Riso, che però non abbiamo provato.
Da UNES è stato sistemato in un bancone frigo isolato e tra “suoi simili”, da Il Gigante invece fa ciao-ciao con la manina direttamente dal reparto latticini. 
Voi dove lo cerchereste?

 

 


giovedì 11 febbraio 2016

BISCOTTI VEGAN RIPIENI FACILISSIMI





Come al solito il lato “sperimentale” della ricetta è variabile ed è sempre questione di gusto/fantasia (ripieno), invece la base per l’impasto fino ad ora mi ha dato molta soddisfazione, in termini di consistenza (morbido/friabile/umido al punto giusto) e sapore. 
Bonus: facilissimi e veloci da preparare.



Ingredienti (per panetto singolo)

resa circa 25 biscotti diametro 8 cm



IMPASTO

30 gr di farina di avena (io ho usato 3 cucchiai di fiocchi + uno di crusca, ridotti in farina con il macinacaffè)

100 gr farina di farro

50 gr farina integrale

50 grammi di fecola di patate

1 cucchiaino scarso di lievito per dolci

50 grammi di zucchero di canna

50 ml di olio di semi

80 ml di acqua



Per i fagottini al cioccolato aggiungere:

20 gr di cacao amaro in polvere

4/5 fave di cacao tostate e ridotte in pezzi (io ho usato il macinacaffè lasciando pezzi non troppo piccoli)

Ripieno

tavoletta di cioccolato fondente (max 70%)



Per i fagottini al burro di arachidi aggiungere:

1 cucchiaino di polvere di vaniglia bio

Ripieno

burro di arachidi (consiglio di farlo in casa)



PROCEDIMENTO

In una ciotola versare tutti gli ingredienti secchi, ad esclusione dello zucchero.

Setacciare il tutto per evitare grumi e poi versare l’olio e lo zucchero.

Amalgamare bene quindi per ultima versare l’acqua: lavorandolo con le mani si formerà in breve tempo un impasto liscio.

Avvolgerlo nella pellicola e lasciare a riposo in frigo per almeno 30 minuti.

Stendere l’impasto - spessore max di 5 mm - e copparlo in dischetti (io ho usato un bicchiere da 8 cm di diametro).

Al centro di ogni dischetto posizionare il ripieno (per il cioccolato ho tagliato la tavoletta a pezzi piccoli e grossolani, mentre per il burro di arachidi mi sono aiutata con un cucchiaino).

Richiudere l’impasto di ogni dischetto su se stesso, formando una mezza luna e “sigillare” i bordi con una forchetta.

In forno caldo a 180° per 20 minuti, su teglia rivestita di carta forno.


In un contenitore chiuso durano anche una settimana (ma difficilmente ci arrivano…).

lunedì 14 settembre 2015

Voglia di coccole: Autunno in anticipo, piove a catinelle e s’infornano Lasagne Vegan (a modo mio)


Post lunghissimo, quindi non mi dilungherò troppo in spiegazioni e passerò in fretta al sodo.

E’ solo metà settembre, ma la luce grigia e la pioggia di questo fine settimana mi hanno scatenato dentro il bisogno di un piatto “coccoloso”.
E’ un piatto che ormai è irrimediabilmente legato all’immagine di Ciucchino che ne parla a Shrek con l’acquolina in bocca - e giuro che mi scatena lo stesso effetto, ogni volta che rivedo il primo film, ma è anche il piatto ufficiale del Natale della mia infanzia e probabilmente ognuno ne conosce una sua variante: di fatto troppo forte è stata la voglia di mettermi a spignattare, visto che si trattava, tra l’altro, di un esperimento che mi frullava già da un po’ nella testa.

Dopo qualche test particolarmente ben riuscito, sulla base di una ricetta per la pasta fresca vegan facilissima e rigorosamente fatta in casa (consiglio la visione di questo video per chiarirsi le idee: una versionedi tagliatelle agli spinaci davvero OTTIMA), ho deciso di provare a fare finalmente delle lasagne. 
Personalmente dispongo di una “nonna papera” che mi sono auto-regalata, e ignoro totalmente l’arte di tirare la pasta a mano con il mattarello, ma quello che va detto è che con questa ricetta si ottiene un impasto fantastico, super elastico: è altamente improbabile che non venga bene, e lo posso dire io, che non avevo MAI fatto la pasta fresca.e mi è riuscita al primo colpo.
Con lo stesso impasto, agli spinaci e “classico”, ho già fatto un paio di volte dei tortiglioni vegan ripieni riuscitissimi, sempre partendo dall’ignoranza assoluta: fare le lasagne è stata quindi una passeggiata in confronto!

Senza indugiare ancora, quindi, questa è la ricetta delle lasagne vegan:

Preaparazioni base

BESCIAMELLA VEGAN

500 ml di latte di soia (io l’ho autoprodotto – nel caso usarne uno non zuccherato e/o aromatizzato per ovvie ragioni)
2 cucchiai di farina (va bene anche integrale)
2 cucchiai di olio EVO
2 cucchiaini di brodo granulare vegetale bio
noce moscata
sale qb

In una casseruola dai bordi alti, versare il latte di soia e – accendendo il fuoco al minimo – versare a pioggia la farina, stemperandola con una frusta: questo eviterà i grumi.
Aggiungere quindi l’olio, il brodo granulare, il sale e la noce moscata (quantità a seconda del gusto).
Continuare a girare, sempre con la frusta, fino a bollore: comincerà ad addensarsi da questo momento – spegnere quando si raggiunge la consistenza desiderata.
Anche senza seguire l’iter del roux classico, non ho notato differenze.

RAGU’ VEGAN (ricetta modificabile senza nessuna regola)

Una tazza di bocconcini di soia da reidratare (si trivano facilmente nei negozi specializzati ma anche nei grandi supermercati)
1 zucchina
1 carota
verdure base per il soffritto (sedano carota cipolla)
1 scalogno
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di pomodoro concentrato
500 ml di passata di pomodori
1 cucchiaino brodo granulare vegetale bio
alloro
pepe bianco
peperoncino
cannella (1/3 cucchiaino se piace)
sale
un pizzico di zucchero di canna (facoltativo - stempera l’eventuale acidità del pomodoro)

Io ho usato la pentola a pressione, perché avevo già provato a fare questo “ragù’” così, ma va benissimo anche una pentola normale: per i tempi bisogna sempre valutare il gusto personale (a me piace una via di mezzo tra liquido e denso).

Parto facendo reidratare la soia per 10 minuti, con acqua bollente a cui aggiungo un pizzico di sale (in genere ci sono le spiegazioni sulla confezione). La scolo e la strizzo per bene. Se i pezzi sono troppo grandi, li riduco di dimensione con il coltello.
Cercando di farli più o meno della stessa grandezza dei “bocconcini”, taglio anche la zucchina e la carota a tocchetti (non fanno parte della ricetta per il ragù, ma volevo un po’ di verdura dentro, assieme alla soia).
Taglio finemente anche lo spicchio d’aglio (a cui tolgo sempre “l’anima”) e  lo scalogno.
Si passa poi al soffritto vero e proprio: nella pentola verso l’olio e faccio prima soffriggere sedano-carota-cipolla, poi aggiungo il pomodoro concentrato, tutto a fuoco dolce.
Inserisco quindi lo scalogno e l’aglio, mescolo, e a seguire aggiungo la verdura e la soia.
Poi inserisco la passata di pomodoro (io recupero sempre quello che rimane della confezione, aggiungendo un po’ d’acqua e versandola poi nella pentotala – quindi di fatto allungo un po’).
Mescolo e faccio che il tutto si amalgami. A questo punto aggiungo i restanti ingredienti (il brodo granulare, l’alloro, sale, pepe, peperoncino e cannella)m una bella mescolata e chiudo il coperchio.
Con la pentola a pressione in 8 minuti dal fischio è pronto.

PASTA FRESCA (ricetta base - Dosi per 6 persone)
400 gr di farina di grano duro
acqua qb
1 uovo vegan (2 cucchiai di lecitina di soia in granuli + 2 cucchiai di olio + 6 cucchiai di acqua)

Per comodità (e limitare di pasticciare) inizio l’impasto in una ciotola capiente e poi lo finisco di lavorare sul piano di lavoro.

Inizio preparando “l’uovo vegan”: semplicemente si emulsionano con un buon blender i tre ingredienti fino ad ottenere una consistenza “spumosa” e liscia, che ricorda molto appunto l’uovo sbattuto – oltre ad averne la stessa funzione (i granelli della lecitina dovrebbero sciogliersi totalmente - eventuali granellini superstiti si scioglieranno comunque in fase di “impastamento”).
Aggiungo quindi, alla farina già pesata nella ciotola, l’uovo e un po’ d’acqua (parto con 50 ml): mano a mano che si impasta, ci si rende conto dell’acqua necessaria, che va tenuta a portata di mano – alla fine dovrebbe risultare un panetto liscio.
L’aggiunta dell’acqua è piuttosto intuitiva: io l’ho scoperto la prima volta che ho impastato - niente paura, lasciate che siano le mani e gli occhi a guidarvi.
A questo punto la pasta va lasciata riposare 20/30 minuti: abbiate solo l’accortezza non lasciarla all’aria senza protezione, onde evitare che secchi prematuramente (si può ricoprire di pellicola – io la tengo semplicemente sotto alla ciotola ribaltata, in appoggio su di un tagliere).

Passato il tempo di riposo, taglio mano a mano porzioni piccole di pasta e li lavoro: prima una passata di mattarello e poi nella “nonna papera” (arrivo alla misura 5 come sottigliezza).
Attenzione ad avere cura di tenere coperto il panetto di pasta che non state utilizzando e di tenere sempre un velo di farina di semola sul piano: in questo modo l’impasto resterà elastico sino alla lavorazione e non si attaccherà.
Cercate di mantenere una forma regolare, a rettangolo, di circa la metà della teglia che utilizzerete: questo agevolerà molto la fase di composizione, senza farvi impazzire.

La cottura della pasta

Premesso che con questo tipo di pasta potete sbizzarrirvi in varie preparazioni, per le lasagne io ho fatto così:
Porto ad ebollizione in una pentola molto capiente un bel po’ d’acqua.
Arrivata a bollore aggiungo un cucchiaino di brodo granulare vegetale, il sale e un goccio d’olio per aiutare la pasta a non attaccarsi
Sbollento mano a mano la pasta, per circa 3 minuti, la recupero con una schiumarola, la deposito nello scolapasta (io tengo un’ulteriore ciotola sotto di esso per non fare disastri in giro e poterlo tenere nei pressi della pentola), poi la passo subito sotto il getto dell’acqua fredda per un secondo, per bloccarne la cottura e non ustionarmi maneggiandola.
Non la cuocio tutta insieme, ma mano a mano che assemblo le lasagne.
Non so se esistano altri metodi: io faccio così perché l’ho visto fare dalla mia mamma ai tempi… L’unica cosa da ricordare è l’olio nell’acqua: questo proprio è importante.

L’ASSEMBLAMENTO

A questo punto è tutta discesa: il grosso è fatto.
Sempre per apprendimento atavico, io faccio un mega-mix con il ragù e la besciamella: questo consente di andare più spediti, altrimenti si possono mantenere separate le due preparazioni e inserirle mano a mano. In ogni caso si andranno a fondere insieme: la consistenza non cambierà sensibilmente da un metodo all’altro.
Iniziare stendendo sulla teglia uno strato minimo di ragù, a seguire la pasta, ragù, besciamella, ancora pasta, ragù, besciamella… E così via fino al termine.
L’ultimo strato della pasta dovrebbe avere la besciamella sopra.

In forno pre riscaldato per 30 minuti a 200° (io ho usato il forno in modalità ventilata – piano intermedio – teglia su griglia).
Ovviamente ne è avanzata parecchia: quello che non abbiamo mangiato è stato porzionato e messo in freezer.

Questa è la mia ricetta base: le varianti e le aggiunte sono infinite, quindi ci si potrà sbizzarrire a oltranza. GNAMMY!!!

Qui di seguito le mie piccoline, prima di finire nel forno…

mercoledì 23 aprile 2014

Chi fa da sé, mangia da Re: pane e cioccolata!

Ce l’hanno propinata per anni la combo golosa, nutriente e perfetta: pane & cioccolata.
E a ben ragione, solo che una volta il pane era vero pane e la cioccolata non era una sedicente crema alle nocciole sulla cui salubrità potremmo avanzare diverse obiezioni (una volta la cioccolata nel pane era proprio un bel pezzo di cioccolata!).
Di questi tempi trovare un pane che si presti bene alla surgelazione e non contenga insidiosi ingredienti non è facilissimo (l’ultima volta siamo rimasti molto delusi da una baguette integrale piuttosto buona, ma che – orrore – conteneva strutto!).
Io non ho molto tempo (come chiunque lavori a tempo pieno e abbia la necessità di occuparsi anche della casa in autonomia, oltre alle attività sportive/ricreative), ma se intravedo la possibilità di spendere un po’ del mio tempo con  il risultato di aver creato esattamente quello che mi occorre, allora non ci sono “ma”.
L’imperativo è rimboccarsi le maniche e darsi all’auto-produzione pianificata.

Il pane? Il Soda Bread.
E’ una pane tipico della tradizione irlandese. Non ho mai avuto modo di assaggiare l’originale, ma non importa: la ricetta prevede il latticello e, in quanto intollerante al lattosio e vegan, direi che possiamo farne a meno.
E’ un pane meraviglioso: facilissimo da preparare e versatile.
Nel giro di un’ora, tra impasto e forno, è pronto.
L’agente lievitante è il bicarbonato di sodio (da qui il nome), che in combinazione con l’acidità del latte (in questo caso di soia), fa lievitare l’impasto.
La crosta esterna resta croccante mentre l’interno è soffice e compatto, molto saziante.
Si presta alla surgelazione che alla tostatura; senza accorgimenti resiste almeno 5 giorni.

Per farlo occorre:
450 di farina integrale
250 di farina tipo “0”
½ litro di latte di soia
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di sale marino integrale
una teglia foderata di carta forno

Procedimento
Miscelare gli ingredienti secchi. Aggiungere il latte e impastare sino ad ottenere un panetto omogeneo: non occorre lavorarlo eccessivamente.
Se dovesse essere troppo “appiccicoso”, tenere a portata di mano un po’ di farina.
Prima di infornarlo, praticare un’incisione a croce sulla superficie: questo aiuterà la lievitazione.
Pre-riscaldare il forno a 200° e cuocere il pane per 40 minuti.


In questa versione io ho aggiunto delle noci: limiti alla fantasia non ce ne sono.



E per la cioccolata? La Veghella, una crema alle nocciole e cacao completamente vegana, semplice, veloce da preparare e SANA (non ipocalorica, ma non importa, perché è quello che cerco per le mie colazioni).
Io ho trovato la ricetta che fa per me su vegan blog (veganblog - ricette per Veghella), ma in giro per la rete non mancano gli spunti.

Questa volta la scusa della mancanza di tempo, non può essere giocata.


martedì 22 aprile 2014

Una Pasqua più buona

Per quest’anno speravo di avere modo di preparare finalmente una bella lasagna vegan, con tanto di besciamella, ragù e mix di formaggi auto-prodotti, ma per cause di forza maggiore siamo stati in viaggio tutto sabato e non ho avuto il tempo di preparare in anticipo tutto il necessario.
Abbiamo ripiegato allora su di un’altra ricetta che volevo provare da tempo: il Polpettone.
Ricetta ovviamente scovata in rete, ahimé, non so più da dove: mi scuso per il fatto di non poter linkare la proprietaria della ricetta, ma la ringrazio di cuore!

L’abbiamo accompagnato con funghi freschi trifolati e un purè super cremoso (una minima quantità di latte di soia gli ha donato un gusto più rotondo e una consistenza setosa che ci ha obbligati a fare il bis di tutto).

Noi ci siamo leccati anche le orecchie ;P ed è avanzato anche per Pasquetta. Che lusso!



Ricetta per il Polpettone:

INGREDIENTI

- 1 tazza di misto legumi e cereali secchi (quelli per le zuppe)
- 1 peperoncino secco
- 1 rametto di rosmarino
- 1 cipolla
- 2 carote
- 1 spicchio d’aglio
- 1 mazzetto di bietole fresche
- 100 gr di noci sgusciate
- 1/2 tazza pangrattato
- 1 pacchetto di crackers (io ho usato dei wasa integrali)
- salsa BBQ

PROCEDIMENTO
Cuocere il mix di legumi e cereali seguendo le istruzioni riportate sulla confezione (o comunque rispettando i tempi di cottura previsti). Scolarli e lasciarli raffreddate.
In una padella fare soffriggere in olio EVO l’aglio, la cipolla, le carote, il peperoncino e il rosmarino, avendo cura di affettare il tutto finemente.
Dopo pochi minuti, aggiungere le bietole già lavate e tagliate a striscioline, aggiungendo anche sale e pepe.
Lasciare cuocere il tutto per 5/10 minuti.
Miscelare insieme il mix di cereali e legumi con le verdure.
A questo punto aggiungere al composto anche le noci spezzettate (io ho aggiunto anche altri semi perchè li avevo).
Amalgamato bene il tutto, prelevarne una parte e passarla con il minipimer, in modo che diventi una crema omogenea, senza pezzettoni.
Versare la crema ottenuta di nuovo nel composto, inserendo anche il pane grattugiato, i cracker triturati, sale, pepe e tutti gli aromi che preferite (io ho aggiunto alloro e noce moscata).
Il composto deve risultare abbastanza “sodo”, non appiccicoso: se occorre, aggiungere altro pane grattugiato.
Foderare uno stampo da plumcake di carta da forno e versarci dentro l’impasto, avendo cura di compattarlo bene con il dorso di un cucchiaio.
Prima di infornare, spennellare la superficie con della salsa barbecue o della salsa di pomodoro.
Infornare per 45 minuti a 180°.

Prima di servire, lasciare raffreddare almeno 10 minuti.


giovedì 17 aprile 2014

Com'è andata a finire... (Le Sottilette di Grazia Cacciola)



Nonostante l’esperienza un po’ traumatica con l’agar agar ;), posso ora dire di essere la mamma orgogliosa di un ragguardevole numero di sottilette (la foto è orrenda, ma la luce di casa mia è sempre notturna).
Mentre le tagliavo qualche pezzettino è rimasto orfano e non ho resistito alla tentazione di assaggiarlo, così com’era.
Che dire? Saporitissime, altro che sottilette classiche! Sono un tripudio di aromi: non immagino le sinfonie che nasceranno, abbinate ad altri sapori…
Non mi resta che testarle con quello per cui sono state concepite: un bel piatto caldo che le faccia fondere.


Grazie ancora a Grazia Cacciola per questa meravigliosa ricetta e al suo libro che, secondo me, andrebbe diffuso in tutto il mondo!

mercoledì 16 aprile 2014

L’insostenibile velocità dell’Agar Agar (panico da prima volta)






Tre settimane di ricerca convulsa, tra negozi on line, alimentari internazionali e supermercati.
Ho trascinato la dolce metà per km, da un supermercato all’altro, solo per una confezione di tabasco che non fosse una damigiana. L’ho stressato per l’inettitudine del corriere con il mio ordine e alienato blaterando di tutte le cose che avrei realizzato. Santa pazienza.
Ma ce l’ho fatta: ho il mio tesoro di ingredienti ed è l’ora del piccolo chimico.
Ho comprato il libro “Formaggi Veg” di Grazia Cacciola (servono presentazioni? Non credo proprio) e quando l’ho stretto tra le mie manine impacciate, sono stata investita da una luce divina, che temo abbia seriamente compromesso la mia lucidità mentale (sento anche un coro angelico, ma cerco di ignorarlo). E’ la mia ossessione.
Parliamo di mozzarella che fonde. Scamorza affumicata. Formaggio Gouda. Ma soprattutto, parliamo di SOTTILETTE FONDENTI.
Mi brillano gli occhi come a Garfield davanti alle lasagne e l’acquolina pavloniana scatta puntuale.
Ho sterilizzato barattoli, fatto il latte di soia con la mia Carolina-Machine e scaldato i motori del blender. Pronti?
La Margarina della Salute è stata un successo… Forse perché è catalogata come “a prova di scimmia”, con margine d’errore praticamente nullo, anche per un primate urbano come me.
Scevra da qualsiasi ritegno, ho quindi alzato pericolosamente il tiro: le Sottilette.
Libro sotto mano, allineo tutti gli ingredienti come soldatini e dubito subito della precisione della mia bilancia elettronica, che ha reazioni pericolosamente lente. Trituro noci e peso tutto il pesabile, mettendolo da parte.
Respiro profondo: Agar Agar Moment. Mai usata.
Io conosco l’umorismo di Grazia: sa essere molto ironica. Quanto poteva esserlo, scrivendo “l’agar agar agisce velocemente”?
Seguo le indicazioni e il latte si addensa: bene, ci siamo. Tolgo dal fuoco e lo aggiungo al composto già preparato: parte il blender e tutto è meravigliosamente perfetto, la consistenza non so se sia giusta, ma confido che lo sia.
Vaschetta di alluminio pre-foderata, inizio la stesura il più velocemente possibile. Uhm, non molto agevole, ma in qualche modo stendo uno strato semi uniforme e metto in frigo.
PUF: l’incantesimo si deve essere spezzato.
Prendo la seconda vaschetta e mi appresto a creare lo strato: niente più angeli, ma una musichetta sincopata e ridicola alla Fantozzi.
M’innervosisco. Parlo con me stessa in aramaico per censurare eventuali prosaicità e i sudori freddi mi fanno tremolare come un budino.
L’agar agar non agisce in fretta. Agisce alla velocità della luce se il composto è meno che tiepido. E ti fa pure il gesto dell’ombrello: senza la capacità tecnica e la velocità necessaria - che io evidentemente non ho – buonanotte ai sognatori!
Ripongo la seconda vaschetta in frigo, un po’ abbacchiata.
Stasera tirerò fuori dal frigo la creatura: per l’estetica pazienza, io aspiro all’effetto fondant promesso.
Prossimo obiettivo è la mozzarella che fonde: suonerà Arcangeli-Mega Mix o Benny Hill Show?



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P.S. Non ho velleità da scrittrice, ne aspiro a vincere qualcosa, anche perchè il primo premio in palio ce l'ho già: partecipare a questo concorso letterario è il mio modo per ringraziare Grazia Cacciola - Erbaviola, per il suo incredibile libro “Formaggi Veg” (che amo alla follia), il suo incomparabile blog (Erbaviola.com) e per essere la persona meravigliosa che è.
Questa è la pagina relativa al concorso a cui partecipo, con il post di oggi: Un Libro semina idee 2
Spero di strapparle un sorriso... Non sarà mai abbastanza, per quelli che lei regala a me. 
#unlibroseminaidee